TERAMO – Come mossa difensiva era stata molto audace ma anche altrettanto rischiosa: chiedere la distruzione di quella che la procura aveva presentato come prova di altri abusi commessi da Corrado Robimarga, l’ex assessore comunale all’urbanistica e medico urologo. E’ il video che contiene immagini girate dai carabinieri del reparto operativo del comando di Teramo, su disposizione del sostituto procuratore Davide Rosati, attraverso una telecamera nascosta, all’interno di quella stanza al terzo piano del II lotto dell’ospedale Mazzini che lo stesso Robimarga aveva ricevuto in uso. Quel video, disse la procura in fase di richiesta di provvedimenti cautelari, dimostrava chiaramente che il medico svolgeva attività privata in un luogo pubblico, ma il primo gip, Guendalina Buccella, ritenne non trattarsi di ciò, bensì di una stanza privata e come tale, protetta dalla privacy. Dunque, video non utilizzabile e, con esso, reato ulteriore non contestabile. Adesso, con la difesa di Robimarga a chiedere la distruzione di quel video, un altro gip, Marina Tommolini, si è pronunciata su questo supporto: al contrario dell’altro giudice, ha ritenuto che quella stanza non fosse ad uso esclusivo e personale dell’ex assessore bensì essere aperta all’ingresso di chiunque, come ad esempio il personale delle pulizie. Ergo, materiale, quello "intercettato", ancora utile per eventuali contestazioni e da conservare piuttosto che distruggere. Il pm Rosati, che aveva ovviamente espresso parere negativo alla richiesta della difesa, si ritrova adesso la possibilità di utilizzare questa sentenza per corroborare la contestazione con cui si appresta a chiudere l’indagine sulle visite private in ospedale effettuate da Robimarga, allungando il capo di imputazione con altri casi di peculato e truffa. Secondo il provvedimento giudiziario, Robimarga dovrebbe riprendere servizio il prossimo 7 giugno, allo scadere dell’inibizione di due mesi decisa dal giudice.